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Abiti come luogo del sogno

Una collezione, quella di Elisabetta Delogu, che sembra dedicata a madame Lyding (immortalata in un bellissimo ritratto da Giovanni Boldini nel 1911).Dedicata ai suoi abiti, preziosi oggetti dalla valenza iconica, che raccontano i rapporti tra arte, moda e letteratura e si tuffano in atmosfere raffinate e rilucenti.Trasparenze, panneggi applicazioni, stratificazione di tessuti e accostamenti, suggestioni contrastanti e coincidenti.La seta proposta in tutte le sue lavorazioni. Abiti territorio del sogno, una rivelazione che idealizza il corpo.

Dedicato alla signora Lydig. Una vita fatta di bellezza ed eleganza, quella della signora Lyding. Si muoveva per i circoli tra New York, Parigi e Londra, dove frequentava artisti, intellettuali, filosofi, musicisti e letterati del calibro di Rodin, Adolf de Meyer, Boldini e Tolstoy, dei quali divenne musa, e fonte d’ispirazione. Una donna bellissima, molto ricca e con un debole: la moda. Collezionista di pizzi, stoffe e merletti antichi, che utilizzava per farsi confezionare diverse varianti dello stesso modello e che riflettevano il suo gusto e la sua esuberante personalità. Ne nascevano abiti, scarpe e accessori in uno stile romantico e anticonvenzionale che metteva in mostra più i pizzi che il suo corpo. La sua carnagione pallida, in contrasto con i suoi capelli neri, e il suo lungo collo erano messi in risalto da camicette e corpetti a collo alto. Il suo amore sconfinato per i pizzi arrivava anche alla biancheria, realizzata con inserti di pizzi e ricami. Quando conobbe Giovanni Boldrini, pittore raffinato delle belle signore dell’alta società parigina, fu fulmine a ciel sereno. “Boldini sapeva riprodurre la sensazione folgorante che le donne sentivano di suscitare quand’erano viste nei loro momenti migliori”.

Il pittore ferrarese sapeva cogliere la loro voluttuosa eleganza, sapeva celebrare le loro ambizioni e il loro raffinato narcisismo, accanto e insieme a letterati che, come lui, interpretano la grandezza della moda come forma d’arte, da Baudelaire a Wilde, da Proust a D’Annunzio. 

 

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