A Barbara
Barbara, icona.
L'artista affascina, sorprende.
Barbara ti prende dal profondo del cuore e ti accompagna attraverso i sentieri della sua vita. Barbara, lo spirito.
Barbara, lo stile.
Attrazione immediata verso questo tratto di inchiostro in movimento. Maurice Béjart diceva che Barbara era la sua più grande ballerina.
Così, se questo tratto parla, il mio si definisce, eccitato dall'intelligenza di questa donna, dalla sua eleganza e dalla sua grazia infinita.
Come un dono o una preghiera, con le braccia spalancate e i palmi aperti verso il suo pubblico. Barbara canta.
La sua voce sussurra e poi spinge, scorre lontano come una bottiglia in mare. Una chiamata.
Di fronte a Barbara, come un'opera d'arte vivente, il percorso sembra tracciato... in nero. Ma Barbara interrompe, così la immagino, la fantastico, la ripercorro. Barbara nera. Una prova evidente.
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Tuta in velluto di seta. Maglione asimmetrico in alligatore. Tunica lunga in vernice ricamata. Cappotto-abito in lamé jeans.
Rosso Barbara. Come le sue luci di scena.
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Tuta con collo in raso imbottito. Immenso maglione con collo a scialle. Abito da bagno in chiffon con una gigantesca scultura di gazar. scultura di gazar o, infine, un abito di papaveri oversize in raso duchessa.
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Barbara al limite.
Bianco puro, autentico, le radici dell'Africa mi ispirano.
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Il gazar e il crêpe in 3D, su tubini e mantelli Masai.
Copro un seno con gigantesche catene in jersey e tatuaggio all'estremo.
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Barbara, allure. Barbara, ancora...
