La passione europea per l'estetica personale risale convenzionalmente all'importante volume di Baldassare Castiglione Il Cortegiano (1528). Si ritiene che sia l'origine della moda moderna. Il cortigiano di successo doveva avere uno spirito audace, una solida conoscenza delle scienze umane e dei classici, così come un'eloquenza persuasiva e un interesse costante per la presentazione personale.
Questo modello ha plasmato lo stile delle classi superiori europee per secoli. La raffinatezza nei primi tempi era espressa dall'appartenenza ad una tradizione di corte, in una comunità di cortigiani che la pensavano come loro e che coltivavano la raffinatezza come uno stile condiviso. Questa tradizione cortigiana richiedeva risorse e raffinatezza, e allo stesso tempo dava lavoro a schiere di artigiani capaci di creare gli abiti più squisiti. Non c'era differenza tra arti e mestieri, che erano uniti nella ricerca dell'eccellenza resa possibile grazie a competenze affinate attraverso un sistema di apprendistato. Oggi l'attenzione allo stile personale è una priorità che supera i confini di classe, etnici, razziali e di genere.
Come in tutti i periodi storici, il pubblico più esigente si rivolge alle competenze di artigiani dotati. La formazione oggi non è più assicurata esclusivamente attraverso l'apprendistato, e dal XIX secolo gli artigiani hanno ricevuto una formazione formale in scuole tecniche sostenute dallo stato o dal governo locale. Una delle prime scuole tecniche istituite in Italia fu l'istituto agrario fondato da Cosimo Ridolfi a Meleto nel 1834.
Ridolfi fu un grande innovatore agronomico, famoso per i suoi innovativi terrazzamenti di vigneti che oggi definiscono gran parte del paesaggio del Chianti. Ridolfi capì che senza lavoratori qualificati nessuna delle sue innovazioni avrebbe potuto avere successo, e per questo motivo fondò la sua famosa scuola. L'agricoltura non è così distante dalla moda: nella loro raffinata espressione, entrambe rappresentano regni in cui l'estetica condivisa è un ingrediente del successo economico.
Il senso degli affari è un fattore fondamentale, ma lo è anche la padronanza delle sublimi competenze necessarie per realizzare prodotti raffinati. La concentrazione di queste competenze in un territorio specializzato è spesso ciò che è il mercato del lavoro. Ridolfi fu un pioniere nel rispondere alle esigenze di manodopera localizzata; ma non fu il solo. In questo stesso periodo altri istituti tecnici venivano fondati in aree geografiche dove le competenze artigianali guidavano la produzione. Queste scuole tecniche furono fondamentali per permettere all'Italia di stabilire e mantenere il primato nei mercati caratterizzati dall'eccellenza del prodotto. Essendo la produzione localizzata, le scuole tecniche furono fondate in base alle esigenze del territorio circoscritto. È per questo motivo che nel 1868 fu istituita a Como, con il sostegno comunale, una scuola serica. Si è evoluta nel corso degli anni, ma offre ancora programmi di tintura chimica, disegno industriale e tessitura.
Como è, naturalmente, uno dei centri di eccellenza mondiale per la produzione di tessuti di seta. Tra le più antiche scuole tecniche in Italia, e in effetti in Europa, c'è l'Istituto Aldini-Valeriani di Bologna, fondato nel 1844. Nasce come centro di formazione per la produzione della seta, situato in quello che allora era uno dei supremi distretti serici del mondo.
Oggi l'industria serica bolognese è quasi crollata. La scuola continua a funzionare, ma ha cambiato il suo curriculum per rappresentare le esigenze contemporanee dell'economia locale trasformata. La formazione non serve più ai bisogni dei lavoratori tessili, e invece vengono offerti corsi di elettronica, grafica, trasporti e logistica. Anche l'Italia meridionale ha la sua parte di distinte scuole tecniche.
La Campania, per esempio, ha un'importante tradizione di lavorazione del cuoio, e Solofra è ancora un centro di eccellenza per la concia e la lavorazione della pelle. In questa regione troviamo la Stazione Sperimentale per l'Industria del Cuoio e della Concia, istituita con Regio Decreto a Napoli nel 1885.
Ancora oggi continua ad operare in questo settore. Un altro importante distretto tessile si trova a Prato, dove nel 1886 fu fondata la Regia Scuola di Tessitura e Tintura. Continua a formare artigiani specializzati, oltre a promuovere la consapevolezza pubblica della ricca storia del distretto attraverso un museo che illustra le diverse fasi del processo tessile.
Purtroppo, i distretti industriali sono in declino in molte parti del paese, e così anche le scuole tecniche che un tempo davano un contributo fondamentale ai mercati del lavoro localizzati. È il caso dell'Istituto Giacinto Baldracco fondato a Torino nel 1900, specializzato nella concia delle pelli. Un tempo ospitava una fabbrica completa dove gli studenti potevano passare cinque anni a studiare questo complesso mestiere.
Si trovava in una zona di Torino un tempo sede di una dinamica industria conciaria dove oggi sopravvive solo una ditta conciaria. La scuola ha chiuso e gli ex studenti hanno lanciato un'iniziativa per chiedere che i suoi archivi siano salvati e messi a disposizione di studiosi e professionisti interessati a capire l'evoluzione locale di questo importante mestiere. Il declino della manodopera specializzata e la scomparsa delle industrie artigianali vanno di pari passo. La questione è se questi complessi sistemi territoriali possano rivivere.
Gregory Overton Smith
D.Phil. Oxford
Temple University Rome