Negli ultimi anni stiamo assistendo in passerella a sempre più collaborazioni tra stilisti e architetti che stanno portando davvero una ventata nuova nel mondo del fashion. D'altronde non può che essere così quando due arti così visionarie si uniscono per diventare realtà con risultati davvero straordinari perchè assolutamente inaspettati, ultracontemporanei e sorprendenti.
Basti pensare alla felice collaborazione tra l'eclettica designer Iris Van Herpen, ormai di culto tra i veri amateur e appassionati di moda e l'architetto canadese Philip Beesley che ha reso possibile un incrocio favolosamente ibrido di sperimentazione di forme e silhouette e materiali hitech che ha reso ogni abito come sospeso tra l'alta moda e il pret à portér. Un universo completamente a parte che segna finalmente una svolta e mette fine al solito luogo comune che nella moda tutto è stato visto e fatto. Giambattista Vico qui, con i suoi corsi e ricorsi storici, va in cantina e dalla collaborazione tra questi due geni visionari sono nati autentici capolavori che sono di grande ispirazione sia per il mondo dell'alto artigianato che per il mondo dei tessuti, quello sì in perpetua evoluzione, soprattutto il comparto italiano all'avanguardia da sempre, che, infine, per quello di chi crede fermamente che la moda sia arte allo stato puro. Qualche esempio? Basti citare in ordine cronologico le collezioni ideate da Iris Van Herpen confrontandosi con l'estetica progettuale dell'architetto Beesley: "Voltage" (s/s 2013) collections, "Wilderness Embodied" (a/w 2013-14) e "Magnetic Motion" (s/s 2015), fino ad arrivare all'ultima collezione all'autunno/inverno 2015-16 ("Hacking Infinity") con, in particolare, da notare assolutamente, tra tutti i modelli presentati, due abiti e un top realizzati con un inedito tessuto a reticolo basato sul concetto architettonico di “terraformazione” con la creazione di terreni sintetici come nuove superfici planetarie. Sogno, visione, volontà di andare oltre, over the moon? Certamente, e molto altro ancora. Molti capi della nuova collezione invernale sono stati realizzati formando termicamente degli strati acrilici tagliati poi al laser per creare una sorta di rete liscia e leggera e combinati con altri materiali come poliuretano, siliconi, pelle e cristalli. Queste membrane acriliche sono state trasformate poi trasformati, data la loro malleabilità, in tessuti geometrici attraverso processi di stampa tridimensionale, stampaggio ad iniezione, formatura sotto vuoto e laser cut finale per garantirne flessibilità e dinamismo. Il concetto di “terraformazione” è parte degli studi di Beesley sui “geotessili”, materiali che si integrano nel paesaggio creando un'interconnessione tra naturale e tecnologico. Basti guardare la collezione a/w 2015-16 con queste nuove geologie di tessuti ottenuti con questa speciale rete total balck per abiti e top che sono moda e architettura insieme.
Per ammirare dal vivo tutto ciò che la moda di nuovo può e sa dire è impossibile perdersi la mostra "Iris Van Herpen: Transforming Fashion" all'High Museum of Art di Atlanta fino al prossimo 15 maggio con esposti anche tre abiti per ciascuna delle15 Haute Couture collections di Iris Van Herpen. C'è talmente tanto da vedere, come capi ispirati alle costole di un bambino realizzati con filati industriali destinati a cantieri navali fino a quelli stampati in 3D o mediante stereolitografia o in un materiale simile alla gomma, chiamato 92A poliuretano termoplastico-1, per una pieno di ferro, resina poliuretanica che può essere addirittura manipolata da magneti per arrivare, infine, a quelli interamente intagliati al laser e sviluppati in collaborazione con l'artista olandese Jólan van der Wiel.