Il labirinto come metafora della vita quotidiana, delle evoluzioni del contemporaneo umano in continua trasformazione, capace di cambiare aspetto per reinventare se stesso e la propria esistenza.
Come “Orlando” nel film di Sally Potter, tratto dal romanzo di Virginia Woolf dove femminile e maschile si alternano dopo un sonno che prelude al cambiamento, ma anche come Kore e Persefone, la donna eternamente doppia nel mito del femmineo fragilmente umano che deve cercare di uscire da un presente oramai desacralizzato, la nuova collezione haute couture di Luigi Borbone, nome ormai affermato dell'alta moda italiana con il suo stile rigoroso e ricercato, fatto di dettagli puntuali e sorprendenti.
In passerella per lui abiti ispirati a una delle più androgine, se non la più androgina delle attrici del panorama indie internazionale, Tilda Swinton, algida e iconica. Notevoli i top a fascia di swarowsky che seguono un disegno architettonico topiario, che è poi l'arte di potare piante e arbusti in modo da dare loro forme particolari. Queste stesse geometrie si ritrovano negli abiti con corpi che sembrano innestati nella natura e in essa si muovono perfettamente.
D'altronde Luigi Borbone è un architetto e questa sua formazione rispunta come una skill potente da usare, un asso nella manica a cui non rinunciare mai perchè serve in tutto, dal design alla modellistica e progettualità dei capi fino allo spleen che li pervade e alla loro esecuzione finale. Colori must di questa collezione, portabilissima, easy wear eppur couture, sono il verde, il rosa, carta da zucchero e tutta la palette opalescente del blue, un deep blue intenso e avvolgente, mentre le silhouette alternano richiamo al 1700 con altri decisamente anni Cinquanta con sete, pizzi e cascate di cristalli swarowsky a illuminare un'alta moda fresca e moderna che poggia su una solida ispirazione intelluttuale e a quella resta fedele in un continuum di abiti che vogliono percorrere new way e segnare, forse, una new wave nel mondo dell'alta moda italiana.
