Tutto comincia con uno schizzo, che Victoire de Castellane invia allo studio di design. Il gioiello si anima grazie ai pennelli e alle matite dei disegnatori che illustrano, nel modo più corretto e realistico possibile, le idee e i desideri della direttrice artistica. Questi disegni a tempera vengono poi affidati agli artigiani che realizzeranno il gioiello affinché vi trovino le informazioni necessarie. Prima di tutto i disegnatori si dedicano a esprimere i materiali e i volumi, disegnando le superfici piene e quelle vuote, in modo da far risaltare tutta la ricchezza e la finezza del gioiello. Poi è la volta del colore: il disegno è come tempestato da tocchi di tempera nei punti esatti in cui il gioiello sarà ornato da pietre preziose.
Intrecci d'oro, trecce, maglie, tessitura, cesellatura, volute: «L'anello My Dior è un esemplare molto dettagliato, per questo è molto difficile da realizzare», ci spiegano gli artigiani dell'atelier. Il metodo tradizionale della fusione a cera persa si conferma quindi il più adatto per riprodurre lo stesso livello ricercato di dettagli. Un bozzetto realizzato grazie alla progettazione assistita da calcolatore (CAD), permette di ottenere uno stampo in caucciù nel quale l'artigiano verserà la cera.Una volta estratta la cera, l'artigiano monta quello che viene chiamato «il cilindro di cera», disponendo gli anelli a grappoli lungo un tronco. Le decorazioni e le dimensioni dell'anello in cera corrispondono perfettamente a quelle dell'anello definitivo.
Viene realizzato uno stampo in gesso attorno al cilindro di cera. Riscaldato ad alte temperature per ore, il modulo si solidifica mentre la cera cola e lascia la sua impronta nel gesso indurito: questa è la fusione a cera persa. Questo stampo, che riproduce i disegni dell'anello in negativo, viene poi sistemato nel forno di fusione per farvi colare l'oro. Un passaggio in acqua fredda dissolve il gesso e lascia affiorare il cilindro di anelli d'oro. L'albero viene poi smontato: ogni anello viene separato dallo stelo al quale era stato attaccato fino a quel momento. L'artigiano pre-lucida manualmente l'anello per correggerne le imperfezioni: ne affina la grana, ridisegna le decorazioni, lucida l'interno, raschia, pulisce e strofina l'anello fino ad ottenere una materia liscia. Ogni esemplare viene poi lavorato a mano.
Delicatamente avvolti in carta velina, i diamanti attendono di essere incastonati nell'oro del gioiello. Se gli spazi sono già stati delimitati nel corpo dell'anello, l'incastonatore deve ulteriormente sistemarli, in modo da potervi inserire perfettamente le pietre. L'incastonatore regola la grandezza dell'apertura a più riprese, a seconda delle dimensioni specifiche della pietra. Quindi preleva la pietra e la inserisce delicatamente nel luogo delimitato, fra le quattro griffe d'oro. Infine, stringe le griffe con una pinza e taglia i pochi millimetri di oro che avanzano e che coprono parzialmente il diamante. Con l'aiuto di un martellatore liscia il metallo ripiegato per donargli un aspetto rotondo e liscio. Uno dopo l'altro, i diamanti che ornano l'anello verranno inseriti nel gioiello secondo la tecnica dell'incastonatura a griffe.
« Il gioiello è la prova dell'esistenza dell'uomo », sottolinea Victoire de Castellane. Ogni anello My Dior viene impresso con il punzone del fabbricante, a garanzia di un autentico lavoro artigianale eseguito con oro di alta qualità.