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Il ricamo diventa arte e memoria con il primo libro italiano dedicato a Ersilia Savina Rodante e conservato in un Archivio di Stato

Shakespeare scriveva che “non si può dorare il giglio” perché è perfetto così com'è. La vera bellezza non ha, infatti, bisogno di alcun artificio per splendere ancora di più. È già così piena di luce addirittura da abbagliare la vista di chi guarda. Eppure tutto questo non vale quando si parla di ricami. Un conto è il make up che non dora il giglio, ma lo trasforma quasi in un fiore del tutto diverso dall'originale, altro conto è riuscire a infondere una bellezza del tutto nuova in qualcosa già preziosa di suo, come pizzi, chiffon e sete. Dar vita a un qualcosa di splendido eppur inanimato, scrivere con l'ago versi su stoffa, inseguire il sogno di un segno che punto dopo punto si fa disegno, colore, magia. È stata questa la missione di tutta una vita di Ersilia Savina Rodante, la raffinata artigiana che ha visto nascere la grande haute couture italiana del Secondo Dopoguerra, diventandone in breve una delle grandi protagoniste perchè in grado, per l'appunto, di dorare il giglio, tramite ricami straordinari eseguiti per le più grandi maison di moda come Lancetti, Balestra, Galitzine, Capucci e Rocco Barocco, solo per citare qualche nome.

A questa straordinaria ricamatrice, per la prima volta in Italia, dove finalmente si sta imponendo il concetto di moda e artigianato come cultura e arte e non già più come vezzo, è dedicato il primo volume sul ricamo mai conservato in un Archivio di Stato come patrimonio nazionale da preservare. Il titolo è “Il Ricamo Fantasia nell'Alta Moda Italiana. Arte e Mestiere” di Ersilia Savina Rodante, a cura di Anna Maria Rodante Sabatini e Paola Tedeschi Evangelisti.

Edito dalla casa editrice Quattroemme di Perugia, è un'importante testimonianza della tradizione sartoriale e del costume italiani, frutto della catalogazione di 485 campioni di ricamo realizzati dalla Rodante in quasi mezzo secolo di attività, a partire dalla prima metà anni Cinquanta fino agli ultimi anni Novanta.

Ersilia Savina Rodante ha collaborato con i più importanti atelier della Capitale e con i più celebri costumisti teatrali, cinematografici e televisivi. Il suo è stato un lavoro immane, immenso e prezioso che ancora oggi sfida il tempo e regala al grande Made in Italy la rinnovata consapevolezza che poggiamo davvero sulle spalle di giganti la cui lezione deve esserci da monito per puntare sempre più in alto. La parabola artistica di Ersilia Savina Rodante dimostra che un italiano è sempre, come dicono gli inglesi, over the moon: basta guardare i suoi favolosi ricami a mano, autentiche opere d'arte, frutto di ore e ore di lavoro, passione e concentrazione, oltre che di un savoir faire impareggiabile.

Raramente l'artista del ricamo assurge agli onori della cronaca: si tende, infatti, ad ammirare l'abito in passerella e in vendita nel suo complesso, dandone gran parte del merito solo allo stilista quando, beyond the curtains, si nascondono atelier di mani preziose che rendono possibile la magia dell'alta moda. Senza di loro la vera haute couture scomparirebbe ed è per questo che è più che giusto tributare ogni onore a chi sa rendere un capo dal design meraviglioso ancora più unico e speciale.

Il volume “Il Ricamo Fantasia nell'Alta Moda Italiana. Arte e Mestiere”, con la raccolta di quasi 500 tipi di ricamo eseguiti dalla Rodante (dal 2009 proprietà dello Stato Italiano), è unico e prezioso perché è storicamente il primo in assoluto in Italia ad essere conservato in un Archivio di Stato, quello di Perugia, per volontà della figlia che ha intuito la portata artistica del ricamo nella storia dell'alta moda italiana, salvandolo dall'oblio del tempo e permettendoci così di accedere ad un catalogo straordinario di sublimi sogni su stoffa, conservato in uno dei luoghi votati istituzionalmente alla memoria perché possa ispirare nuove generazioni di creativi.

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