Fashion News:

Curiel, Red Carpet Haute Couture Show 2017-2018

ON THE WAY TO SHANGHAI

Uno show dedicato al Red Carpet e alle sue mille luci e seduzioni, quello Haute Couture Curiel

2018  Capsule.  Un  red  carpet  però  molto  sui  generis,  che  catalizza  e  rende  vive,  tangibili  e avvincenti,  evocazioni  divistiche  ed  estetiche  traslate  dal  magico  ambito  dell’opera  e  del  grande cinema. Un gioco di riflessi e suggestioni di tanti immaginari, un mosaico di schegge e fragranze culturali  e  artistiche  che  diventano  altro,  che  si  frammentano  e  poi  ridisegnano  una  mappa  di bellezza ed emozione. Un percorso che si sviluppa lungo un filo conduttore squisitamente italiano, in particolare ispirato da mitici ruoli lirici e dall’epopea di cantanti leggendarie, oltre che dal fascino intramontabile dei foyer, del porpora e delle dorature della Scala a Milano, il massimo palcoscenico operistico  del  mondo.  Un‘esercitazione  creativa  che  sfiora  il  virtuosismo,  frutto  di  una  sapienza sartoriale  irripetibile  coltivata  da  tre  generazioni  successive  e  di  un  gusto  iconico  e  cangiante, composta da 25 modelli unici, ognuno imperniato su una figura o un’ispirazione precisa. Raffaella Curiel, forse per la prima volta sceglie di svincolarsi da un unico tema portante, da un solo Leit Motiv  pittorico,  storico,  architettonico  o  letterario.  E’  una  nuova  voglia  di  libertà,  la  sua,  una scommessa  che  si  avverte  come  una  texture  semantica  che  esplora  territori  fervidi.  La  collezione, che sfilerà a Shanghai il 10 novembre prossimo, in occasione dell’apertura del Flagship Store del marchio  nella  metropoli  cinese,  si  chiamerà  “Red  Carpet”  Curiel  2018,  tout  court,  evitando volutamente ogni datazione stagionale. Raffaella Curiel la racconta definendola un nuovo raggiungimento,  una  sorta  di  rappel  à  l’ordre  rispetto  all’odierna  confusione  del  pianeta  moda, all’eccesso e al dress to impress che rispecchia le enormi contraddizioni e il caos montante della nostra  società.  Il  décor,  la  partitura  ornamentale  vi  si  assottiglia,  si  confronta  preziosa  in contrappunto con strutture e forme dalla vocazione lineare, campita e geometrica, purista e molto disegnata.  Un  grafico  flair  un  po’  ’60  la  percorre,  asciutto  e  condensato,  minimale  e  barocco insieme.  Si  avvicendano  tecniche  straordinarie,  tessuti  preziosi,  ventagli  plissé  dorati  e  broderies minute e tonali.

La classica petite robe noir della Maison milanese, il “Curiellino”, versatile passe-partout, si anima di  frange  dinamiche  continue  che  in  realtà  sono sofisticate  e  leggiadre  costruzioni  tubolari  in organza. Corto da sera nella tunica carré all black che impagina teorie di lunghe piume fluttuanti. Ci sono voluti  ben  quattordici  strati  di  tulle  point  d’esprit  dalle  nuances  impercettibilmente  diverse posti l’uno sull’altro, per raggiungere il tono di grigio ideale che si raccordasse con quello distillato e indefinibile del cappottino en suite. L’age d’or del belcanto ritorna nell’ensemble robe e mantello in dentelle ghiaccio intriso da fili e ricami in oro e argento vecchio dai riflessi mobili, fuggenti e pacati,   che   verrà   indossato   dal   soprano   Lucia   Aliberti,   protagonista   di   un   recital   di   arie emblematiche all’opening di Shanghai. Altrove è il rinascimento che si manifesta, nel manteau in mohair blu elettrico dalla morfologia ampia di “moresca”, pensata con vibrante energia e nerbo architettonico. L’abito da sposa in mikado perlaceo dal collo a camicia rétro, non concede quasi nulla nella sua monacale pulizia di approccio. Solo un’ inattesa applicazione di balze a cascata sulla parte  posteriore,  in  raffinato  pizzo  candido  di  Bruxelles  del  1870,  contravviene  alla  volontà  di astrazione e di rarefazione che lo connota. Lo scenografico vestito da sera dalla gonna a crinolina bombata, impagina sul velluto scarlatto i palchi dei teatri d’opera italiani, resi con un segno quasi fornasettiano e gravé, alternandoli a opulente strisce aggettanti ricamate in oro. Una teoria di uccelli fatati e policromi, sottratti a una chinoiserie settecentesca, prende vita sul faille nero entro gabbie dorate neo-gotiche, grazie alle mani di stupefacenti ricamatrici italiane. Un’aspirazione al fantastico, al  surreale  che  apre  ulteriori  dimensioni,  che  spalanca  ancora  altri  passaggi  d’invenzione.  Ma  le tessere di questo incredibile caleidoscopio non terminano qui.

A  guardar  bene  potrebbero  seguitare  all’infinito,  ingenerando  una  costellazione  di  rimandi,  di emozione  e  di  magnifiche  digressioni.  Raffaella Curiel,  intanto,  rivela  il  suo  mantra:  “Non  mi interessa la mia persona come creatrice di moda- afferma- ma piuttosto l’amore stilistico che ho regalato alle donne.”

 

Ufficio Stampa: 

RES Relazioni Pubbliche
Tel. 02 58107308
scupelli@resrelazionipubbliche.it

Credits:

HAIR by ADALBERTO VANONI @ Aldo Coppola Agency using L’Oréal Professionnel
MAKE-UP by DAVIDE PUCCIA @ Aldo Coppola Agencyresrelazionipubbliche.it

 

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